Andiamo diss'io, andiamo, amici! Partiamo, finalmente, la mitologia e
l'ideale mistico sono superati: Noi siamo per assistere alla nascita del Centauro e
Presto vedremo volare i primi Angeli!
…Bisognerà scuotere le porte della vita per provarne i cardini e i chiavistelli

 

IMMAGINE CONTESTAZIONE GLOBALE

E' impossibile avvicinarsi a Filippo Tommaso Marinetti, cercare di cogliere lo spirito della Caffeina d'Europa senza prima dare uno sguardo all'epoca e al contesto politico-sociale nel quale operò dando vita, insieme, ad una pattuglia di amici, alla straordinaria esperienza futurista.
Siamo agli albori del '900, l'evoluzione della civiltà industriale, la nascita difficile di un nuovo assetto sociale, l'avvento delle macchine comporta un ripensamento totale della società e dell'uomo. Il futurismo si caratterizzò immediatamente per la sua contestazione globale, il suo dinamismo vitalistico e antiraziale.
Marinetti ne costituisce lo scossone iniziale: poeta, oratore, autore teatrale, inventore appassionato di PIEDIGROTTA ELETTRICA 1916nuovi meccanismi letterari, il fondatore del futurismo è soprattutto uno stimolatore di energie, un animatore culturale, un novatore del costume. Non a caso Mario Verdone, studioso di futurismo, paragona la presenza marinettiana nel panorama ancora stagnante della nostra letteratura di inizio secolo - che oscilla tra neoclassicismo e misticismo estetizzante - all'effetto dirompente che ebbe nei cultori delle arti plastiche la prima esposizione di arte negra a Parigi nel 1908.

Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. E' questo lo spirito della crociata antipassatista del futurismo che permeò di sé tutte le forme artistiche e i modi di essere: vita pubblica e privata, famiglia e scuola, poesia, filosofia, scienza. Ribaltamento dei valori tradizionali, desiderio di sperimentazione, sono questi i cardini della rivoluzione estetica ed etica del futurismo contenuti nel manifesto tecnico della letteratura futurista del '12, e seguito, l'anno successivo, da un articolo di Marinetti, pubblicato sulla rivista Lacerba e intitolato significativamente "Dopo il verso libero le parole in Libertà": Il fondatore del futurismo immagina che l'ideazione della propria teoria stilistica avvenga durante un volo in aeroplano. Distruzione della sintassi, abolizione della punteggiatura, introduzione di simboli matematici, uso costante di procedimenti analogici, ricerca dell'inaspettato e dell'inconsueto. La poesia diventa azione, schiaffo, sberleffo nei confronti del lettore-spettatore.

Non è questa la sede per rintracciare i mille ili dell'esperienza futurista né ci interessa addentrarci nella lezione strettamente letteraria, pittorica o architettonica del movimento nato con Marinetti, piuttosto stabilire alcune coordinate entro le quali muoverci per cogliere l'esperienza pazza ed inebriante di un'avanguardia che, nonostante alcuni limiti oggettivi, conserva un fascino immutato e rappresenta una dimensione atemporale e quindi sempre attuale dell'uomo.

 

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