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In Irlanda del Nord, la legislazione d'emergenza
è in pratica l'unica legislazione vigente, e questo a partire dal
1922, anno in cui le sei contee vennero divise dalla madre patria.
Il primo luglio del 1970 fu varato il Criminal Justice Act (legge sulla
criminalità), grazie al quale fu possibile condannare ad un minimo
di sei mesi di carcere, chiunque si rendesse responsabile di comportamenti
indisciplinati o che potessero causare disordini di piazza.
A partire dal 9 agosto 1971, fu introdotto l'internamento senza processo:
in un solo giorno, e senza mandato, furono prelevati dalle loro case e incarcerati
342 irredentisti; tra questi ne furono scelti 14, sui quali furono sperimentati
nuovi metodi di interrogatorio che prevedevano l'uso di vere e proprie torture, le più gravi
delle quali consistevano nella privazione sensoriale , del sonno, e l'esposizione
prolungata ad assordanti fonti di rumore meccanico. Le 14 "cavie"
risentirono per tutta la vita delle torture subite; per due di questi, Sean
McKenna e Patrick Shiver, l'epilogo fu la morte.
A metà del mese maggio del 1972, a quattro mesi dalla "Bloody
Sunday", un gruppo di irredentisti in attesa si giudizio, detenuti
nel carcere di Crumlin Road, diede inizio ad uno sciopero della fame per
ottenere, da parte delle autorità britanniche, il riconoscimento
dello status di detenuti politici. Il 20 giugno, dopo 35 giorni dall'inizio
dello sciopero, ci fu da parte del Governo inglese il riconoscimento "de
facto" dello status di "politici", sia per i detenuti repubblicani
che per quelli lealisti.
Dopo che, agli inizi del 1972, Londra decise di abolire il parlamento nord-irlandese,
introducendo il governo diretto sulle sei contee (Direct Rule), lo Special
Powers Act del '22 fu sostituito con l'Emergency Provision Act (EPA, 1973),
che aumentava i già ampi poteri delle autorità militari in
materia di arresti e perquisizioni introducendo, tra l'altro, l'istituzione
delle Diplock Courtes.
Nell'estate del 1973 l'IRA decise di esportare il conflitto: la tecnica
del Bloody Scoop, se applicata solo in Irlanda, rischiava di non sortire
l'effetto desiderato; invece sangue e chiasso dovevano raggiungere l'Inghilterra,
bisognava che la popolazione britannica capisse cosa volesse dire avere
la guerra in casa, si accorgesse che quelli nord-irlandesi non erano semplicemente
troubles. Una serie di attentati sconvolse le maggiori città dell'Inghilterra.
Per la prima volta la gente cominciò a domandarsi perché rimanere
ancora in Irlanda. La comunità protestante in Ulster, cominciò
a capire cosa volesse dire essere considerati ovunque stranieri: britannici
in Irlanda, irlandesi in Inghilterra; gli oranges compresero cosa significasse
suscitare rancore, incomprensione, astio, e questa volta tra i "fratelli"
britannici.
In risposta all'offensiva dell'IRA, le autorità inglesi emanarono
il Prevention of Terrorism Act (PTA, novembre 1974); questo non era altro
che l'estensione a tutta la Gran Bretagna della legislazione d'emergenza
già in vigore in Irlanda, grazie alla quale si poteva procedere a
fermi di polizia di sette giorni - senza essere accusato di nulla - e all'esilio
interno.
Ed eccoci ai provvedimenti del 1° marzo 1976, che abbiamo già
citato nel paragrafo precedente. Con l'abolizione dello Special Category
Status ottenuto grazie allo sciopero della fame nel carcere di Crumlin Road,
cominciarono cinque anni di durissime lotte all'interno delle carceri, il
cui culmine fu toccato con lo sciopero della fame nel lager di Long Kesh
e nel carcere femminile di Armagh. Ma ecco le tappe principali di quegl'anni
di rivolte:
Il 14 settembre del 1976, Ciaran Nuget che era stato imprigionato nel mese
di maggio, è il primo irredentista ad essere condannato dopo la revoca
dello status di prigionieri politici per gli appartenenti ai gruppi repubblicani.
Al suo rifiuto di indossare l'uniforme carceraria, viene rinchiuso in cella
avvolto solo da una coperta. Questo episodio rappresentò il segnale
che la Blanket Protest (la protesta delle coperte) era iniziata; dopo pochi
mesi saranno più di cento i prigionieri on the blanket.
Nel marzo del 1978 i prigionieri degli H-Blocks vengono sistematicamente
provocati e aggrediti dalle guardie carcerarie, perfino durante il tragitto
dalle celle alle docce. Per protesta l'IRA da il via allo sciopero sporco:
i prigionieri si rifiutarono di svuotare i vasi pieni di escrementi anzi,
con questi iniziarono ad imbrattare le mura delle celle. Il 31 luglio dello
stesso mese, il cardinale Thomas O'Fiaich visita gli H-Blocks proprio mentre
erano in corso lo sciopero delle coperte e quello dell'igiene; lo spettacolo
al quale si trovò costretto provocò la sua ferma protesta.
Nell'ottobre del 1979 nasce il Comitato Nazionale H-Bolcks/Armagh che approva
queste cinque richieste da presentare alle autorità carcerarie: fine
dell'obbligo di indossare le uniformi carcerarie e di partecipare alle attività
lavorative carcerarie; la possibilità di ricevere una visita, un
pacco e una lettera alla settimana; il diritto alla libera associazione
all'interno dei penitenziari per promuovere attività culturali e
ricreative; riacquisizione del diritto a poter usufruire degli sconti di
pena, diritto perso a causa delle proteste.
Nel febbraio del 1980 anche le donne detenute ad Armagh sono costrette ad
iniziare lo "sciopero sporco".
Il 27 ottobre dello stesso anno parte un primo sciopero della fame a Long
Kesh; il 1° dicembre aderiranno allo sciopero anche tre detenute di
Armagh. Questo sciopero durò 53 giorni, e fu cessato a seguito di
precise garanzie da parte delle autorità carcerarie che si impegnarono
a considerare le richieste dei detenuti. Purtroppo era solo un inganno.
Anzi, dopo pochi giorni - il 27 gennaio del 1981 - vengono assaliti 80 prigionieri
degli H-Blocks: tutti e 80 furono lasciati senza letto, senza coperte, senza
cibo e senza acqua per tutta la durata della notte e a tutti a partire da
quel giorno, furono negate le visite e distribuiti i pasti irregolarmente.
Il 5 febbraio l'IRA definisce nei minimi particolari un nuovo sensazionale
sciopero della fame che fu iniziato il 1° marzo dall'Ufficiale in Comando
dei POW's (prigionieri di guerra) di Long Kesh: si trattava di Bobby Sands.
Il 2 marzo vengono sospese le altre forme di lotta: tutti i volontari si
dovevano adoperare perché l'attenzione dell'opinione pubblica andasse
tutta sul nuovo sciopero. Il 9 aprile Sands viene eletto deputato a Westmister
sconfiggendo il candidato unionista. Il 5 maggio "Geronimo" muore.
Dopo di lui altri nove volontari lo seguiranno: il 12 maggio muore Francis
Hughes, il 21 Raymond McCresh e Patsy O'Hara, l'8 luglio Joe McDonnell,
il 1° agosto Martin Hurson e Kevin Lynch, il giorno dopo Kieran Doherty,
l'8 agosto Thomas McElwee, il 20 dello stesso mese Micky Devine.
Il 3 ottobre, dopo 217 dall'inizio della protesta, lo sciopero della fame
cessò: la commozione era diventata semplice routine, l'indifferenza
rischiava di vincere sulla sublimazione. Dopo tre giorni il Governo inglese
decide di accettare, almeno in parte, le richieste dei detenuti.
Nel mese di maggio, padre Braian McCreesh, consegna a Francobaldo Chiocci,
giornalista del tempo una dichiarazione da pubblicare a Roma, la città
del Papa; vogliamo concludere con quella dichiarazione questa breve dispensa:
"Sono il fratello di un uomo che sta morendo. Al governo
inglese voglio dire che Raymond McCreesh non è un criminale. E' in
prigione come conseguenza della mancanza di civiltà e del caos politico
portato in questa comunità dalla negazione dei diritti civili. Raymond
non avrebbe mai visto l'inferno di un carcere se non fosse stato vittima
di queste circostanze. Noi chiediamo che questa semplice realtà sia
riconosciuta da Londra. E che Londra riconosca che Raymond è stato
condannato in forza di leggi speciali e da una corte speciale. Perciò
ha il diritto di essere considerato un prigioniero speciale. Questo diritto
ovvio gli è stato negato e perciò egli, per quattro anni,
ha rifiutato di collaborare con le autorità della prigione, di vestire
l'uniforme della prigione e di lavorare per la prigione affrontando i rigori
sempre più duri di un regime carcerario svergognatamente partigiano
ed ostile. Poiché non si è arreso, gli è stato impedito
di vedere per quattro anni la sua famiglia. Per fortuna, egli è riuscito
a sopportare sofferenze e solitudine in uno spirito di patriottismo e di
preghiera. Nonostante gli appelli da dentro e fuori la prigione, il Governo
britannico ha deciso di ignorare i principi fondamentali di giustizia e
umanità da tutti invocati. Questo è il back-ground contro
il quale Raymond e i suoi compagni hanno ritenuto indispensabile l'estremo
e disperato rimedio di questo sciopero della fame, decisi di condurlo fino
alla morte. Avendo sofferto così tanto e per tanto tempo, apparentemente
senza alcun risultato, non c'era altro modo di ottenere il riconoscimento
della ragionevolezza delle loro domande. Il primo ministro britannico e
il suo governo hanno contratto un grave debito dinanzi all'umanità,
all'Irlanda e a Dio. Hanno però ancora tempo di agire, ma che agiscano
subito per risolvere un problema che, dopo tutto, hanno creato loro. Al
Governo britannico io dico: la storia aspetta le vostre decisioni, agite
subito prima che sia troppo tardi per la vostra resipiscenza". |
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