L'ideologia del martirio

 

 

"Ne conosciamo i sogni; è sufficiente
Sapere che sognarono e sono morti;
E fu soltanto eccesso d'amore
A infatuarli fino a farli morire?
[...]
Sono mutati, mutati del tutto.
Una terribile bellezza è nata".W. B. Yeats: "Pasqua 1916"

A cura di Giuseppe Pezzotti

 
 

 Parole, dibattiti, fiumi d'inchiostro per tentare di rispondere ad una domanda, per sapere che cosa possa spingere un uomo, un ragazzo, ad intraprendere uno sciopero della fame che lo porterà sicuramente alla morte; quali certezze, quali spinte emotive, quali ideali sono così forti CROCE DI SAN PATRIZIOda far accettare il martirio, da renderlo anzi necessario.
Sono passati quindici anni da quando una contingenza fece tornare d'attualità un tema che ormai risultava essere assopito nell'oblio del tempo: Bobby Sands gettò una secchiata d'acqua gelida sulle nostre facce, tentando di svegliarci dall'intorpidimento del benessere, del consumismo, dell'egoismo sociale: voleva dirci, spiegarci alcune cose, tramandarci delle verità che la nostra società, falsamente opulenta, aveva ormai dimenticato. E la "società" rispose da par suo, impegnando sul fronte di quella che poteva diventare una nuova moda, un'ennesima fonte di lucro, i suoi migliori eserciti: frotte di giornalisti impegnati, figli prediletti dell'intellighenzia rossa, riscoprirono l'Irlanda, le televisioni organizzarono dibattiti, uscirono libri, si agitarono in un sol colpo tutti i "possessori della verità", traducendo in un politichese da postribolo, lacrime e sangue. E, mentre la squallida kermesse era in attesa di raggiungere il suo culmine, di riempire i vuoti di vite indifferenti a colpi di morte, poco trapelava del messaggio di Bobby Sands, del messaggio dell'I.R.A. perché a pochi interessava realmente: il pubblico era assiso, imprecando davanti alla televisione che non sapeva dargli quella morte in diretta, ingurgitando cibo e alcool nello stesso modo smanioso di quando assiste ad un gran premio di Formula 1, sperando nello spettacolo della tragedia. Ed alla fine, seppur in parte, fu accontentato: la morte venne, i riflettori si spensero, i giornalisti migrarono, si poteva andare a letto, non prima di aver ruttato sulla vita un'ultima volta.
Sono passati quindici anni da quel giorno, quindici anni di speranze e sangue, quindici anni di guerra di trincea, dove le avanzate e le ritirate si alternavano concitatamente; non sappiamo quanto tempo dovrà ancora passare prima che l'Irlanda si possa riunificare, ma di una cosa siamo certi, il messaggio degli hunger strykers travalica i confini insinuandosi come un tarlo nelle menti di tutti i combattenti per la libertà, in qualsiasi parte del mondo essi lottino; per questo vogliamo guardarci indietro, per riscoprire cosa Bobby Sands ed i suoi nove fratelli vollero trasmetterci, cosa ci fosse alle radici dell'ideologia del martirio, per sublimare quella esperienza e farla divenire parte del nostro Spirito.

Roma, 5 maggio 1996

 
 

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  L' architetto Giuseppe Pezzotti, responsabile del tesseramento nel Circolo Garbatella e presidente del circolo culturale Calanais, si occupa tra l'alto di studi etnici e tradizionali con grade passione da quando ha frequentato per motivi di studio l'università Stratclyde a Glasgow. Convinto sostenitore della causa irredentista irlandese, ha tenuto gruppi di studi sulla questione, conferenze e presieduto dibattiti. Attualmente sta sviluppando un piano di "adozioni a distanza" per gli orfani cattolici dell'Irlanda del Nord. Chiunque fosse interessato a maggiori informazioni, può contattarlo al suo indirizzo e-mail, raggiungibile con un semplice click.